Ulteriori ragioni

Fermo restando le abilità, le visioni e le fantasie artistiche di chi crea, interpreta, realizza e produce Musica, che devono poter essere espresse nella massima libertà con ogni strumento possibile (naturale, meccanico elettrico o informatico) crediamo sia doveroso rimarcare le differenze tra i flussi musicali prodotti dagli strumenti presenti nelle produzioni destinate al commercio. 

Che sia necessario informare su caratteristiche e qualità complessive delle fonti d’origine, sui processi di lavorazione, sull’approccio alle qualità del suono degli artisti. Crediamo che questo sia il modo migliore per consentire all’ascoltatore di scegliere con più consapevolezza, di godere appieno l’esperienza della Musica.

Suono naturale e artificiale

Il tema della qualità
Qualità e valore nutritivo degli alimenti che assimiliamo dipendono dalle qualità delle sostanze primarie. Il principio vale per tutto ciò che vive in natura e che assimiliamo, e vale anche per il suono. Il suono musicale è il prodotto di un processo del tutto naturale, si potrebbe dire biologico. Come la luce, il suono può essere prodotto anche in modo artificiale. Si sa bene però che la luce del Sole ha proprietà non completamente riproducibili dalla luce artificiale; qualità non solo illuminotecniche, ma anche qualità vitali che riguardano crescita, alimentazione, incidenza sulla biodiversità.

Dacché esiste la possibilità di produrre suoni elettronici, artificiali, oggi anche virtuali o campionati, questi sono entrati nei processi produttivi. Nulla di male, anzi, fantasia e visioni artistiche ne hanno beneficiato. Solo che ancora oggi non ci si pone il quesito circa le differenze in termini di esperienza, tra suono naturale e suono artificiale. I suoni artificiali, svolgendo la stessa funzione, vengono per abitudine confusi con quelli naturali.

Il suono come materia che costruisce Musica ed emozioni

Il corpo della Musica, specie nella sua dimensione acustico biologica, è composto da armonici, da vibrazioni vitali. La sua propensione a farci sognare non aiuta a percepire il suono come qualcosa di concreto: in quanto invisibile pare non esistere fisicamente, realmente. Quando si parla della sua qualità, per i non addetti ai lavori, questa viene primariamente legata alla bravura artistica di chi la offre suonando o cantando, più che alle sorgenti dei flussi sonori che la generano.

Il suono musicale non è solo una esperienza metafisica. È una materia sottile che grazie al veicolo dell’aria non solo ascoltiamo, ma respiriamo, inaliamo. È qualcosa che non è solo modificazione o pressione dell’aria che preme sul timpano dell’orecchio, ma è una materia sottile che entra direttamente in noi attraverso il respiro, coinvolgendo l’organizzazione aerea, liquida, nervosa, etc. etc.

Sentire o ascoltare Musica è un’esperienza di relazione. Un’esperienza che fa dialogare il flusso sonoro oggettivo con le qualità emotive soggettive della persona. Un processo di relazione che provoca concrete modificazioni dello stato d’animo. Del resto è il suo compito: la Musica è uno straordinario stupefacente, naturale e legale. Se non si esagera con intensità, volumi e l’enfatizzazione di certe frequenze, è del tutto salutare. Ma a seconda della qualità del suono, il nostro processo di decodifica delle armoniche naturali o artificiali, finisce per privilegiare in modi diversi l’esperienza affettiva e quella intellettuale, entrambe ovviamente essenziali.

A spostare l’ago della bilancia sono appunto le qualità, le sorgenti del suono. Visto che i processi di decodifica sono del tutto inconsapevoli, è utile conoscere la fonte reale dei suoni e delle voci presenti in prodotti musicali. Ovvero sapere se la fonte del suono arriva da strumenti acustico naturali, analogici-elettroacustici, elettronico digitali. Credo sia non solo utile, ma necessario. Necessario per l’informativa che si deve agli ascoltatori, necessario per il rispetto di scelte dei musicisti che sentono riconosciuti i loro sforzi. Necessario per la Musica stessa che non è solo un fenomeno da usare e gettare, ma un’energia vitale a cui si deve rispetto.